U panin cù l'mazzht

Vi racconto uno degli episodi più divertenti della mia famiglia a cui io abbia mai assistito. Ora per permettervi di interpretare l'aneddoto vi faccio una piccola presentazione della mia famiglia. Siamo 5: mia madre (l'incarnazione dell'isteria, capace di infondere inquietudine anche in Mahathma Ghandi, poteva fare la cantante per un gruppo hard rock o il camionista ma ha scelto ragioneria), mio padre (la reincarnazione di S. Francesco d'Assisi, mite e saggio, forse si è fatto prendere un pò la mano dal francescanesimo visto che ha iniziato a parlare con la gatta, con Pinturicchio -il nostro canarino- e col coniglio), io (...dite voi!.. :-)), mia sorella Daniela (immaginate mia madre meno camionista e più fighetta mettetele una voce più stridula di quella di una velina idiota e farcite il tutto con la lunaticità del ciclo mestruale e otterrete mia sorella, però devo ammettere che almeno è intelligente, se riesci a farle andare il cervello riesce a camminare mentre respira) e infine mia sorella Valeria (l'erede di mia madre, ma come spesso succede l'allieva in questo caso ha strasuperato la maestra).
Da quello che potete vedere la mia famiglia sarà sicuramente strana, un pò pittoresca. Lo è eccome! Sentite che è successo.
Stavo tranquillamente in cucina a fare merenda mentre mia madre stava facendo il bucato nel bagno di servizio perseguitata dalla presenza inquietante di mia nonna (se ricordate la Montessori delle vecchie mille lire, beh, mia nonna è uguale; per almeno dieci anni mi sono chiesto perchè quelli della Zeccha dello Stato avessero scelto mia nonna per il volto della mille lire...). Ad un tratto mia sorella Valeria inizia a reclamare del cibo per far merenda anche lei, perchè io da buon fratello maggiore bastardo dentro avevo finito tutti i cereali.
Per placare la guerra civile che stava per scoppiare tra me e mia sorella, mia madre inizia diplomaticamente (associare la parola "diplomatico" a mia madre significa in termini di probabilità che qualcuno ha trovato due fiocchi di neve uguali) a fornire un menù alternativo ai cereali per fare merenda:
Mia madre: "Valè vuè l'b'scott?" (=Valeria vuoi i biscotti?)
Valeria (in tono tanto acido da spaccarle la faccia con un crick arrugginito): "No! Non voglio i biscotti!!!"
MM: "Vuè u'yogurt?" (=vuoi lo yogurt?)
V:"Non mi piace!"
MM: "...Vuè l'polpett?" (=vuoi le polpette?)
V: "A quest'ora? No! Non ne voglio!"
Al che mia nonna visto che mia sorella era inconsolabile e insisteva sfidando la fragile pazienza di mia madre e capendo anche lei che di fiocchi di neve uguali non ne cadono tanti, iniziò a sproloquiare un suo menù:
Mia nonna: "Valè vuè u'pan c'u' zucch'r?" (=Valeria vuoi il panino con lo zucchero?)
V: "Ma sei impazzita?"
MN: "Vuè a fettin?"
V: "No!!!"
Ora, voi vi ritrovate difronte due pazze isteriche in piena crisi premestruale e vi mettete a stuzzicarle versando benzina sul fuoco? Mia nonna purtroppo non ha mai voluto accettare il fatto che la società si sia evoluta dal dopoguerra ad oggi, daccordo che si sia evoluta in peggio e che le nuove generazioni siano incapaci di apprezzare le cose semplici, ma tu non puoi pretendere che una ragazzina isterica e viziata possa mangiarsi una fettina di carne in padella alle 5 del pomeriggio!!! L'unica donna a cui ho visto fare una cosa del genere è Miriam, la mia ragazza, anche lei avrebbe potuto fare il camionista ma ha scelto psicologia...
Torniamo a noi: mia madre continua a sfornare idee culinarie dalle lasagne alla frutta secca, ma mia sorella non ne vuole sapere di collaborare rendendo sempre più precario il suo l'autocontrollo. Ad un certo punto mia nonna enumera l'ennesima alternativa:
MN: "Valè, u'vuè u panin cu'a carn?"
V: "No! Non la voglio la carne!!!"
Mia madre esaurita e ormai fuori di sè stronca mia nonna che stava per inventarsi un altro piatto dalla sua collezione di novelle cousin gridando:
MM: "Ehi Valè!!! U vuè u'PANIN CULL'MAZZHHT?!!" (=Ehi Valeria!!!Vuoi il panino con le mazzate?!!)
Io scoppio a ridere nell'altra stanza e mia madre mi urla "Citt stuè cà n'stonn pur p'ttè!!!" (=zitto scemo che ce ne sono anche per te).
Al che mia nonna cerca di salvare mia sorella offrendole rifugio politico a casa sua dicendole: "Ehi Valè sciam'n abbasc' cà nò m'pjasc ca mam't t'adda dà mazzhht!" (=Valeria andiamo giù da me che non gradisco il fatto che tua madre debba picchiarti!)
E mia madre in preda alla furia omicida: "A MME' M'PJASC PERO'!" (=Io lo gradisco però! Eccome!)
E' inutile che vi racconti anche la mia reazione... :D